sabato 24 novembre 2012

Pensieri di fondo

Ho già aperto un piccolo spiraglio sulla zona in cui vivo e lavoro...i quartieri di Balat e Fener...ma vorrei riprendere il discorso, sperando di non annoiarvi, poiché credo siano in particolare le esperienze quotidiane in questo piccolo mondo a sé che stiano in qualche modo facendomi crescere, o per lo meno maturare alcuni pensieri. Fatih, il quartiere islamico, Fener, una volta il quartiere ortodosso, e Balat, un tempo abitato da famiglie ebree, sono uno adiacente all'altro e si possono facilmente e piacevolmente attraversare a piedi non avendo paura di perdersi né di arrampicarsi sulle assurde pendenze delle stradine acciottolate che li caratterizzano. Un prato fitto fitto di case e tetti punteggiati dalle antenne paraboliche, strisce colorate di bucato lasciato riposare nel vento, carcasse di auto, avanzi donati agli animali più fortunati..immagini in cui spesso scopro i miei occhi assorti intenti a elaborare racconti, non necessariamente sognanti né a lieto fine, anzi, spesso carichi di sudore, vecchie famiglie, esistenze faticose, coraggio e storia.



Questi quartieri oggigiorno (in particolare quelli di Fener e Balat) sono popolati principalmente da famiglie provenienti dall'est della Turchia. Si scoprono volti dai tratti più variegati...i nasi pronunciati del Mar Nero, le folte sopracciglia e gli sguardi neri e profondi dei curdi, la pelle scura, gli occhi chiari e i piedi scalzi degli zingari, forse con qualche avo proveniente dalla penisola Balcanica. I bambini corrono per strada, giocano a pallone su scalinate di mattoni rossi, o si divertono da morire saltando su e già da qualche oggetto un po' più alto.. sì i bambini fanno la stessa caciara ovunque...ma qui sembrano ricordarsi come si giocava quando ancora il mondo non era infettato dalla tecnologia e dal vizio. Qui i bambini però sono anche "lasciati" giocare per strada, e capita di incontrare ragazzini insolenti ed arroganti che ti lasciano spiazzato e senza parole per reagire. Le loro urla acute si alternano a quelle delle loro "donne" (madri, sorelle, nonne, zie, e quant'altro), dalle corde vocali possenti e roche che in qualche modo riflettono una vita difficile piena di ostacoli, ma un carattere tenace e perseverante. Donne con  in media quattro cinque figli, vestite di abiti tradizionali dalle fantasie floreali più variegate e dai volti adulti e leggermente segnati...che ti lasciano davvero impotente e un po' scioccato quando scopri di avere la loro stessa età...
Qui il börek ha il sapore di casa, gli uomini giocano in sale a loro specificatamente dedicate, in inverno persone di tutte le età armeggiano un'accetta sulla strada per far legna, e si lascia asciugare la lana per riempire i piumini.
Qui la strada è il veicolo principale della vita di ognuno. I gatti ne sono i padroni, e i cani i loro assistenti..

Ed eccomi al motivo principale che mi ha spinto a descrivervi di nuovo queste zone e questa gente: desidero fortemente andare a conoscere e vedere con i miei occhi le zone da cui queste famiglie provengono..voglio vedere l'Est della Turchia..Trabzon, il Monte Nemrut, la Cappadocia, Erzurum, Merdin, Şanlıurfa, Gazientep e Hatay (Antakya)... Non so se sarà possibile vederle tutte...occupano uno spazio immenso, e sono tutte zone che desidero vedere...In questi ultimi anni ho conosciuto persone che hanno a che fare con qualcuna di queste città e hanno alimentato il mio interesse e.. in qualche modo, il mio senso del dovere di andare a vedere cosa si racconta di là. Oltre a voler visitare queste zone spinta da una mera passione della scoperta e curiosità, sento questo ipotetico viaggio come una missione. Le mie radici, il mio percorso di studi, le mie scelte mi devono per forza portare anche lì. Sembra automatico, e se non ci fosse nemmeno un piccolo assaggio, non mi sentirei a posto con la coscienza.. incompleta.

Perché ho lavorato e sto lavorando con minoranze..
E voglio essere io la minoranza nella loro terra. Terra tutta da conoscere.

Ps: sono riuscita a mostrare qualcosa a chi di voi è venuto a trovarmi in questo postaccio :) e sono estremamente felice del feedback..(Grazie Davide e Gioak!!! Una settimana mitica!)
Spero di essere riuscita a rispecchiare abbastanza fedelmente la realtà in cui vivo, anche se filtrata dalle mie sensazioni...realtà di cui un po' mi ci sono innamorata e che non vedo l'ora di condividere personalmente con voi (e soprattutto con la prossima e imminente visita :D ).. .. .. ..
...odi et amo...
Balat.

domenica 4 novembre 2012

Hoca!!!

Ieri è stata la mia prima effettiva lezione ai bambini...e,
sentirsi chiamare "Hoca!", l'equivalente di "Maestra" da noi, ed essere abbracciati al momento del saluto non ha davvero prezzo!!!! Soddisfazioni!!!!


Iyi günler!!!
Buona giornata a tutti!!!!

sabato 3 novembre 2012

AAAmiciciii

Sembra assurdo pensare come talvolta, nel centro di una città di almeno quindicimilioni di persone, ci si possa sentire anche un tantino soli...
eppure in queste condizioni è probabilmente ancora più difficile conoscere persone con le quali si possa instaurare un serio rapporto di amicizia. Ogni giorno si incontrano molti volti, conosciuti e non, ma spesso le conoscenze si fermano proprio sul confine del "non voler approfondire il discorso". Questo vale anche per me, assolutamente! Ma in questo momento sento una profonda nostalgia di persone davvero amiche. 
La nostalgia di una chiamata inaspettata per andare a fare una semplice passeggiata in centro, o sull'altopiano.. uno spriz da "Giovanni", sguardi complici, voglia di ascoltare vicendevolmente i propri smeni e pettegolezzi e sparare raffiche di cazzate..(perdonatemi il termine, ma ci sta tutto!). Prendere il treno e andare   lì dove il mondo mi si ferma attorno, dove tutto diventa caldo, come il pane di casa appena sfornato. Accanto alla persona con cui vorrei svegliarmi ogni mattina. Oppure passeggiare assieme controllando se ci sono dei pesci lungo il Molo Audace o il Canale Ponte Rosso, andare ai concerti, in montagna, in osmiza..! Tutto! Mi manca tutto ecco!
Oggi sono esattamente due mesi che sono a Istanbul, sono felice, lavoro, alcuni bambini mi sono già affezionati...ma..è una città enorme e creare rapporti solidi e profondi, al momento mi sembra impossibile..nonostante lo voglia a tutti i costi.
Tuttavia questo argomento tocca uno dei motivi che mi hanno spinto a compiere questo viaggio in questo modo, ovvero la mia profonda dipendenza dalle persone. Vorrei "disintossicarmene". Non so come spiegarmi, staccarmi da un tipo di rapporto che a volte mi a portato a soffrire. Forse non è nemmeno questo, non lo so!
Nonostante tutto ciò mi sento forte e sicura che avrò occasione di conoscere altre persone..l'importante è non buttarsi giù..e soprattutto sapersi tirare su al momento opportuno!!! E in questo mi sento proprio in una botte di ferro!!! 
Ok...dopo questo implicito invito a venirmi a trovare ascoltatevi questa simpatica canzone dei "Fodula" un gruppo locale che ho anche visto dal vivo! Son troppo simpatici!!! (anche se non capirete nulla!) La canzone si intitola "Perchè i capelli ti diventano bianchi amico"
Buon ascolto amiciii!!!



venerdì 2 novembre 2012

Surprise!!

Scoprirmi a pensare in turco.....questo poi!!!!!! Ahahah! 
E cos'è che ho pensato?? "Prima però vado un secondo in bagno...." LESAA! 
Già..dopo sei ore di turco è impossibile uscirne sani di mente...per di più con la consapevolezza che domani iniziano realmente i corsi, e qual è la beffa??? I miei "colleghi" di corso hanno gentilmente delegato a me la lezione di inglese di domani!!! Cioè...io che non capisco un accidente di inglese..e non parliamo del mio turco poi!!!! Ahhah! Poveri bambocciosi... proporrò loro la versione inglese di "Sacco pieno, Sacco vuoto" e qualche altro gioco va! Così almeno si divertono e non mi faranno uscire troppo scardinata! Ah!!!!! 





martedì 2 ottobre 2012

Visiting the "Albatross Culture"

Voglio condividere l'aspetto che per me è stato il più stimolante ed interessante del mio "On Arrival Training". Si tratta di osservare e comprendere le diverse culture superando i soliti luoghi comuni e pregiudizi. In particolare ciò che è stato a colpirmi è una "simulazione" in cui tutti i volontari erano coinvolti guidati dai due trainer.
Per rendere più chiaro ciò che ci è stato proposto, copio di seguito dei dati trovati su internet (http://www.peacebag.org/articles/toolkit-p5-visiting.html) con allegata qualche mia foto!!!!!  


Main ThemesConflict, intercultural learning.
Aims: This game aims at bringing the participants into a situation in which they are confronted with things, behaviour, experiences etc., new to them. It serves to bring out the fact that many things are interpreted wrongly at first sight, and points out the complexity of culture.
   
DETAILED DESCRIPTION OF ACTIVITIES OR SERVICES:
Preparation:
- Ask participants to leave the room while you prepare. Organise chairs in a circle inside a room. Have a male facilitator sit on a chair, and a female facilitator kneel barefoot on the floor next to him.
- Let the participants enter the room (the only information they are given beforehand is that they are now visiting a new culture as guests). 


There are three ways of communicating (which are not known to the participants at the beginning of the game).

   1) "Sssssssss!!!" = negative signal (for incorrect behaviour),
   2) "Mhmhmhmmmm!!!" = positive signal (for correct behaviour),
   3) Clicking one's tongue = an order to do something. 

The activity could be defined as follows (there are however no limits to being creative!):

Taking her position, the female facilitator signals to the participants to do the following:
- The female participants should kneel on the floor just like her.
- The male participants should sit down on the chairs.
- The female participants should take off their shoes. 

Welcoming
The male facilitator welcomes the other men by standing up and signalling to one man at a time to also stand up. Then the two men rub their knees together (right knee to right knee).
The female leader welcomes the other women, by making them stand up one at a time and rubbing their legs with her hands from hip to toes. 

Drinking water
The female leader walks around and offers water by holding the glass to the mouths of the men to let them drink, with the women she passes the glass to them and they drink themselves.

Eating bread
The female facilitator walks around feeds the men with the bread (like feeding children) and passes the bread into the hands of the women for them to eat the bread by themselves


Choosing a woman
Afterwards both male and female facilitators walk around and look at the feet of the individual women (they are signalled to stand up one at a time to have their feet inspected). They choose the woman with the biggest feet and signal her to take her place (kneeling) on the other side of the chair that the male leader sits on. 

                                                                        Hand on head
The leader places his hands on the heads of the two women kneeling beside him and tilts their heads gently towards the floor. He motions to the other men to do the same to the women on their sides. 

After the activity is over, ask the participants to go back to their seats and go back to "reality". Guide them to evaluate the game by asking questions like:
   - Any observations? Did you notice anything in particular?
   - What happened? How did the men feel?
   - How did the women experience their roles? 

Debriefing:
Depending on the outcome of the activity, you can also ask the following questions:
-Did most of you immediately assume that the women were being discriminated against? Why did you think this way. Is this is often the case?
- Can you relate this to what's happening today?
Examples:
- Pointing out hierarchies: in Europe up = good, in Albatross down = good.
- Do you believe that in a foreign country/culture you would feel like you felt in this game?
- How can we try to find out what the underlying reasons for behaviour are if we are not sure of interpreting the behaviour correctly?

Provate ad immedesimarvici: siete introdotti in una stanza in cui ci sono due persone che comunicano soltanto attraverso tre suoni diversi a seconda di ciò che vogliono dire; fanno accomodare prima le donne, obbligandole a togliersi le scarpe e facendole inginocchiare a terra; di seguito entrano gli uomini con indosso le scarpe e si siedono sulle sedie con i piedi alzati; poi seguono un paio di rituali che si svolgono per ogni persona, come strofinare i polpacci (tra le donne), bere l'acqua e mangiare un pezzo di pane (la donna imbocca l'uomo ma si serve da sola, la donna si inginocchia a fianco dell'uomo che a volte poggia la sua mano sulla nuca della signora e la accompagna fino a toccare il terreno con la fronte un paio di volte ( e di seguito i ragazzi devono fare lo stesso usando entrambe le mani per le due ragazze sedute al loro fianco); poi viene scelta una donna, quella con i piedi più grandi; ed in fine si esce..prima le donne ed in fine gli uomini.
L'atmosfera e le sensazioni provate erano ambigue e molteplici. Al momento delle osservazioni e dei commenti le idee erano diverse e consiglio a chiunque legga questo esercizio, di soffermarsi un istante qui, a pensare e a rispondere alle domande fatte sopra....... 
La prospettiva dalla quale guardiamo il mondo è calibrata in base alle nostra cultura, che è formata anche dalla nostra esperienza. Le mie idee in merito a questa piccola simulazione erano ben chiare, e nel vedere certi comportamenti (anche se simulati) mi sono sentita sottomessa dalla presenza maschile, sensazione che non era comune però in tutte le ragazze. E di certo sono stata "guidata" a quello stato d'animo dalle mie conoscenze pregresse, da un certo tipo di cultura, quella "occidentale", in cui ad esempio la donna emancipata non concepisce la necessità che molte altre hanno di coprirsi. 
Fermatevi a riflettere sulle vostre sensazioni prima di continuare a leggere.....


le famiglie iniziano a procurarsi la lana per le coperte invernali








ABOUT THE ALBATROSS CULTURE
In the Albatross Culture, the ground is considered holy. 
In the social hierarchy the women rank above men, therefore only women are allowed to touch the holy ground barefoot. The women are considered holy, too. The men must not touch what comes from the ground, therefore the men are fed by the women, whereas the women may touch the food and the water. 
The woman was chosen by the size of her foot, and the honour to kneel beside the leader was given to her as the woman with the largest feet because she has the biggest area of contact with the holy ground. 
The bending of the heads was a sign of gratitude - in this way the men can be closer to the holy ground (by touching the women!).

Con il racconto di questa storia, in seguito alla simulazione, sono rimasta colpita dalla mia povertà critica. Dalla mia scontata percezione. Un po' delusa dalla mia interpretazione ne sono uscita del tutto affascinata. Affascinata da una cultura inesistente, quella di Albatross, che in sé potrebbe inglobare tutte le culture diverse dalla nostra.
Non credo che tutte le donne velate indossino questo abito di loro spontanea volontà, ma di certo ci sono molte chiavi di lettura della stessa storia. Il trucco è cambiare posizione, sedersi al posto dell'altro e guardare con i suoi occhi. Valutare ciò che si vede, perché è davvero difficile trovare la verità assoluta. (Grazie a questo training sono riuscita a spiegare questa piccola osservazione "filosofica" anche a qualche bambina alla Mavi Kalem!!! ovviamente facendomi aiutare da una volontaria turca :p).

Spero davvero di essere riuscita a trasmettervi ciò che ho provato in questa esperienza e di avervi dato uno spunto per attivare un processo di matura introspezione e critica attiva verso le diversità che la vita ci sta offrendo.






Iyi Geceler!!! Buona Notte!!!!! 




mercoledì 19 settembre 2012

Günaydın Sonbahar… Good morning Autumn...


E’ arrivato anche qui un po’ più a sud, annunciato da qualche nuvola nei giorni scorsi, l’Autunno.. e con sé si è portato anche un bel carico di malinconia. I giorni scorsi sono stati infatti particolarmente strani. Innanzitutto alla Mavi Kalem non essendo ancora iniziato il periodo di lavoro vero, che in teoria dovrebbe cominciare (spero) dalla prossima settimana, non avevo molte attività a cui assistere. Non aver davvero NIente da fare nell'intera giornata lavorativa (10:00-17:00) ma dover comunque rimanere nell'ufficio è stato a volte davvero frustrante. E questa inattività ha fatto in modo che io abbia passato tre giorni di alti e bassi particolarmente fastidiosi e difficile da sopportare essendosi accentuato a volte il senso di solitudine. 
Emotivamente parlando la cosa più ardua in quei momenti è stato il fatto di non riuscire ad esprimersmi pienamente né in turco né in inglese!! Una schiappa a 360gradi!!! Ovviamente come ho scritto in precedenza un po’ me ne sono fregata e me ne frego tutt'ora.. ma in certi momenti è difficile accettare la propria incapacità e rimandare le spiegazioni. Soprattutto quando ci si vorrebbe raccontare a persone che potrebbero definirsi "vicine"oppure quando si vorrebbe “suggerire” a qualche prepotente di “farsi un bel po’ di c*** sua!!“ .  

Tuttavia...basta avere un po' di pazienza e tutto arriva! Due giorni fa ho partecipato alla mia prima riunione e da oggi è iniziato un periodo stra colmo di cose da fare! Stiamo organizzando innanzitutto la "Festa della Mavi Kalem" che si terrà sabato sera qui nell'atelie di Meryem e Ayhan, quindi bisogna fare le spese di qua e di là, 

E nella famosa Istiklal Caddesi
 Perdendoci nei bazar di Eminönü

riunioni, lavori in ceramica e da domani si inizia a cucinare! Sono infatti previste un centinaio di persone!  Penso sarà divertente e avrò modo di conoscere meglio il vicinato, i loro volti e le loro storie! Spero!



ceramicando..

                                                                                                                                                                                                              


In più questa mattina ho partecipato assieme ad altre mie "colleghe" ad una manifestazione di diverse Ong che lavorano qui ad Istanbul..tutte con il loro banchetto (anche noi con il nostro) e i loro volantini!  E' stato divertente! Io ormai sono la "Paparazza" di casa e della Mavi Kalem! 


Meeting delle Ong, c'eravamo anche noi con la Mavi Kalem
Tutte queste cose da fare mi tengono impegnata e attiva, sono felice di questo movimento, e di sentirmi mano a mano più sciolta con le persone.Per non parlare di tutti questi lavoretti artistici mi sfogano e mi piacciono da morire! Fa proprio per me!! Meryem ha detto che forse faremo una scultura con la ceramica un giorno, mentre Ayhan mi ha proposto di aiutarlo nella creazione una cassettiera da un tronco di legno.. Figo!!!  "Tabi ki!!!! Assolutamente sì!!!!!".
Il lavoro vero con i bambini inizierà seriamente da ottobre credo..e saremo super impegnati ad aiutarli nel dopo scuola con lezioni di ogni genere! Il supporto alle donne va avanti. Io non vi partecipo, ma vedo e capisco che è INDISPENSABILE qui ad Istanbul, e soprattutto in questa zona  E' un servizio che aiuta un sacco di ragazze, sia a livello di consapevolezza dei propri diritti, dal punto di vista educativo e della salute ma soprattutto dal punto di vista psicologico. Molte donne infatti non sono abituate ad uscire molto, e soprattutto a parlare dei problemi all'interno delle quattro mura. Mala sanità, istruzione a volte inesistente, violenza entro le mura domestiche, eccetera. Mi sento fortunata e orgogliosa di dare una mano, anche se solo con la mia presenza, a creare questo grande e laborioso mosaico. In più ho scoperto che la Mavi Kalem, da sei anni sta lavorando alla traduzione e all'adattamento di un libro americano credo, che tratta sempre i diritti delle donne intitolato in inglese "Our body is ourselves" (in turco: "Bedenim Benimdir") e Inshallah entro la fine dell'anno sarà pubblicato! Al meeting di stamattina almeno 5 donne inglesi o tedesche hanno detto di averlo finito di leggere e che attendono la pubblicazione della versione in turco! Woow
In più..attenzione attenzione! 
Da lunedì pomeriggio a venerdì pomeriggio parteciperò all' "On arrival training", ovvero un ritrovo per tutti i volontari del Servizio Volontario Europeo che in questo momento si trovano in Turchia! Questo generalmente potrebbe capitare ovunque nello Stato, e stavolta si terrà a Şile..un paese a pochi km da Istanbul (tipo un'ora e mezza) che si trova sul Mar Nero!!!
Durante l' "On Arrival Training" i volontari hanno l'occasione di confrontarsi l'un l'altro lavorando assieme sull'argomento del Volontariato, sulle proprie scelte e motivazioni, difficoltà riscontrate, ecc.. Dovrebbe essere un'occasione importantissima per conoscere altri giovani che sono in Turchia, e che quindi, in un ipotetico viaggio si potrebbe contattare! In più....sperando nel bel tempo...mi approprierò della piscina!!! Alloggeremo infatti in un super hotel infatti, viste le foto..!! ma vi racconterò tutto dettagliatamente al mio ritorno. 

La morale è: Be shalla and don't care about anything and anyone please!  



PS: quanto figo è la mattina vedere in giro ovunque i simitci che dai loro carretti vendono simit squisitissimi! O l'occorrente per un'intera colazione alla turca , che credetemi ...sono innumerevoli!!!!! 

Un grande abbraccio da Balat intanto ...

















Hoşçakal...İyi geceler.. 
Ciao e Buonanotte....

martedì 11 settembre 2012

Çay istermisiniz?

Istanbul. Una città che regala a chiunque almeno un motivo per innamorarsene. 

Nonostante la decina di volte che l'ho visitata, questa è stata la prima volta che delle lacrime sono scese dai miei occhi sia al momento del decollo che durante l'atterraggio. Sarà che sono due momenti particolarmente eccitanti del "viaggio", sarà che avevo da poco oltrepassato il check-in e salutato troppo velocemente e in un ambiente così freddo una parte indispensabile della mia vita. Sarà che sono estremamente ansiosa quando si tratta di dimostrare a me stessa qualcosa. Sarà che avevo avuto così tanto tempo per farmi venire tutte le paranoie del mondo. Sarà che .... "chissà se ho preso la giusta via?" e "se sarò in grado di farcela?". Sarà che stavo andando per la prima volta via da casa per un tempo così lungo, per la prima volta da sola e per la prima volta da sola ad Istanbul. Un'ammaliante femme fatale. Perchè è un groviglio di strade e persone e odori e polvere e colori e gatti e sapori e urla e clacson e bazaar e moschee e muezzin e dolci e case antiche e grattacieli e rughe e sguardi e....è.
Atterrata. Recuperata dalla mia spalla-mentor Elif che in un lampo, catapultandomi nella concretezza delle situazioni, mi ha salvata dal mio volo nell'infinito delirio della mente che qualcuno di voi ha avuto la sfortuna di cuccarsi !!!
È passata già una settimana dal mio arrivo e ho milioni di cose di cui parlare. 

Comunicare è ancora abbastanza difficile, il mio inglese fa veramente vomitare i tacchini (?) e il mio turco è decisamente confuso. Ieri ho avuto la mia seconda lezione di turco e ne sono uscita con una testa "melonica" (come un melone), ma almeno non ho avuto uscite altrettanto imbarazzanti e comiche come dopo la prima lezione (ovvero il titolo di questo blog: "Thank you for yavaş speaking"; yavaş in turco significa piano,lentamente).
Sono sicura e spero davvero che entro breve tempo riuscirò a spiaccicare qualche frase di senso compiuto senza dovermi aiutare con l'inglese o con il corpo! 
Anyway..non me ne preoccupo più di tanto..tutto arriverà nel al momento giusto..per ora mi accontento di assorbire tutto ciò che posso da quello che mi sta attorno: dal profumo del pane caldo appena uscito dal forno della strada qui a fianco, alle colazioni strabilianti di casa nostra; dall'arte delle sculture in legno, ai bambini seduti sulle finestre con in mano le gabbie dei loro uccellini, da un cesto calato dall'alto, ai taksi che spingono il traffico a suon di clacson; dalle bambine che già mi abbracciano e mi rincorrono quando mi incontrano lungo la strada, alla rude signora biondo platino con il dente d'oro che mostra alla sua nipotina quanto ne sa lei di Tedesco (?) urlandomi addosso un "Gutetaaaa!!!!"; dal çay (te turco servito nei caratteristici bicchieri a forma di tulipano) all'ayran (tipica bevanda allo yogurt); dal groviglio di strade di Taksim con i suoi giovani emancipati e i suoi musicisti di strada, a quello di Eminönü con le sue moschee i musei e i bazaar carichi di rugosi anziani venditori o quello di Balat e Fener, dove sto io, quartiere variopinto e povero; dalle gonne corte e tilleur, ai lunghi e ampi chador; dai simit ai baklava; dal Bosforo al Corno d'Oro.... 
Ce n'è per tutti i gusti! Ed è tutto dentro di me...sto bevendo tutto, ho sete e voglio ubriacarmi di ogni cosa. 

Spero con questo blog di riuscire ad aprire una finestra su questa città e soprattutto sulla sua gente, sui problemi e le ricchezze. 
Tenetevi pronti quindi a leggere, chiedere qualsiasi cosa e a prenotare ovviamente un volo e venirmi a trovare! 

Ah..... Çay istermisiniz?   Volete un te?